I vigili del fuoco morti nella cascina esplosa a Quargnento nell’alessandrino, una ferita mortale inferta a tre giovani vite e il dolore e la solidarietà di tutti i colleghi che indossano la medesima divisa. Un coro unanime che attraversa il paese che ha sempre apprezzato il lavoro e l’umanità di questo corpo. In fondo a questo articolo pubblicato dal giornale Il Fatto Quotidiano, l’omaggio del Comando dei VVFF di Tempio Pausania alla loro scomparsa. Il rituale pregno di contenuti e di cordoglio che comunica la loro vicinanza alle famiglie e a tutti i colleghi.
Sono uno originario di Reggio Calabria e due di Alessandria i tre Vigili del fuoco vittime dell’esplosione la notte tra lunedì e martedì nella cascina esplosa in via Francesco d’Assisi a Quargnento, nell’alessandrino.

Calabrese era Antonio Candido, Nino per gli amici, 32 anni. Si era però trasferito in Piemonte, ad Albenga, dove viveva con la moglie e con due pitbull. Aveva frequentato l’istituto “Augusto Righi” a Reggio Calabria. Era figlio e nipote d’arte: anche il padre era un Vigile del fuoco, Angelo, caporeparto in servizio nel comando provinciale di Reggio Calabria. Negli uffici amministrativi del comando provinciale lavora anche una sua zia. “In seguito alla tragica scomparsa del giovane reggino – si legge in una nota del Comune di Reggio Calabria – il sindaco Giuseppe Falcomatà, ha disposto la proclamazione del lutto cittadino per il giorno delle sue esequie”.
Il collega Marco Triches, 38 anni, invece, aveva frequentato l’istituto superiore “Alessandro Volta” di Alessandria, la sua città natale. Viveva poco distante, a Valenza, paese di quasi 19mila abitanti. Anche lui lascia la moglie. Nella sua pagina Facebook sono tante le foto che lo ritraggono con una macchina fotografica in mano. Una passione che coltivava da tempo. “È andato incontro al suo destino, con il senso del dovere che contraddistingue chi opera silenziosamente per il nostro benessere”. Rende omaggio così il suo concittadino il sindaco di Valenza, Gianluca Barbero. E aggiunge: “Un valenzano, uno dei nostri ragazzi, uno dei tanti che sposano la nostra comunità per lavoro o per amore o per scelte che li portano a essere qui con noi e molto spesso la parte migliore di noi”.