Tempio Pausania, 8 ago. 2015-
Da quando, il 25 luglio scorso, è iniziata la mostra “Pablo Picasso. Inside Guernica”, a cura di Davide Mariani a Trinità d’Agultu, nell’ambito della XXI rassegna “Orfeo Cinto di Mirto”, ho evitato qualsiasi tipo di commento. Da una parte per rispetto degli organizzatori, dall’altra perché – comunque – parlare d’arte è sempre positivo. Tuttavia occorre fare alcune doverose precisazioni su cosa sia o debba essere una mostra, su cosa sia un’opera originale e una riproduzione fotografica.
Precisazioni doverose per capire esattamente cosa ci sia in mostra a Trinità d’Agultu e per chiarire una volta per tutte che Picasso non ha nulla a che vedere con quella esposizione, se non per il nome nel titolo. Le 42 riproduzioni presenti in mostra sono infatti immagini fotografiche pubblicate dalla Editorial Casariego di Madrid stampate su vari tipi di carta simili a quelle originali. Insomma non falsi, non copie, ma riproduzioni, esattamente come quelle che si possono acquistare nei book shop dei musei su tela o su altri supporti ad importi che oscillano tra i 30 e i 70 euro circa.
Basta andare sul sito web della Casariego (http://www.casariego.com/joyas.html), nella pagina intitolata “joyas” (gioielli) e con un click si può acquistare l’intero pacchetto di 42 stampe fotografiche in cofanetto e inquadrate con passepartout a 2.800 euro, trasporto e iva compresi! Circa 67 euro cadauna. Riproduzioni, insomma, adatte per una casa di campagna o al mare, che nulla hanno a che fare con la grafica d’arte, che è tutt’altra cosa. Per chiarire meglio, per “grafica d’arte” s’intende una produzione artistica a mezzo di stampa, realizzata con varie tecniche riproduttive (xilografia, calcografia, bulino, maniera nera, acquaforte, acquatinta, ecc.), riprodotta in più copie firmate e numerate dall’autore che ne ha ideato il soggetto ed elaborato la matrice. Nulla del genere è in mostra a Trinità d’Agultu, posto che Picasso – quando furono stampate quelle foto – era morto da un bel pezzo.
Si tratta di doverose precisazioni per chiarire esattamente di cosa stiamo parlando. Non tutti, infatti, conoscono la differenza tra “grafica d’arte”, riproduzione fotografica e opera originale (disegno, olio, tempera, acrilico, ecc. su vari supporti, dalla tela al muro). Il distinguo, che può apparire noioso, risulta fondamentale per stimare il valore di un prodotto, al di là della sua “autenticità” o “falsità” (concetti che esulano dalla questione in questo momento). Se una stampa fotografica di ottima qualità impressa su carta simile a quella originale o su tela (com’è il caso delle stampe di Trinità d’Agultu) vale attorno ai 50/70 euro, un’opera grafica originale di Picasso può costare anche parecchie migliaia di euro, mentre un disegno almeno dieci volte tanto, se infine consideriamo un dipinto la quotazione può raggiungere valori davvero stratosferici.
Questioni che sembrano essere ignorate da un giornalista Rai che ha confezionato un servizio per l’edizione delle 14,00 del TGR-Sardegna del 6 agosto scorso nel quale, testualmente, sosteneva che “il Comune di Trinità ospita un’attrazione in più: i disegni preparatori di Guernica, il ciclopico capolavoro – quasi 10 metri per 3 – custodito a Madrid, che denuncia la strage di innocenti compiuta dall’aviazione nazista e dai fascisti nell’infuriare della Guerra Civile Spagnola il 26 aprile del ’37”. Confondendo in tal modo i disegni autentici con delle banali riproduzioni fotografiche, inducendo in tal modo in errore chiunque ascolti il telegiornale che pensa davvero che a Trinità siano esposte opere originali! Un circolo mediatico che con la storia dell’arte non ha nulla a che fare, ma che sa piuttosto di mistificazione.
Gli originali di Picasso, infatti, sono e restano al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, come beni “imprestabili” e che non possono lasciare il suolo spagnolo, con buona pace per il giornalista Rai e per quanti pensavano di poterli vedere tra un bagno e un altro nelle splendide spiagge trinitaiesi. Peccato che debbano accontentarsi di semplici riproduzioni fotografiche (ben fatte intendiamoci, ma sempre riproduzioni) stampate da una casa editrice come “strenna”, come si fa con tante cose di quel tipo.
Insomma a Trinità d’Agultu non c’è alcun Picasso, nessuna sua opera grafica, disegno, dipinto. Nulla di nulla. C’è solo un percorso “didattico” snodato tra 42 riproduzioni che – fra l’altro – sono vendute già ordinate per data di esecuzione e con tanto di volumetto esplicativo. Insomma nulla di nuovo rispetto a quanto si possa trovare in una buona monografia sull’artista spagnolo, né nulla di meglio di quanto si possa vedere in un buon testo d’arte. Peccato che questo sia sfuggito al solerte giornalista, che con tanto di troupe ha girato un bel servizio, con tanto di commento estasiato dell’organizzatrice, ammaliata da cotanta… riproduzione. Insomma meglio dell’originale.
Un errore che avrebbe potuto essere derubricato a distrazione, se non fosse stato per la supponenza e per le risposte oltre i limiti della buona educazione datemi dal giornalista in questione, che non avendo argomenti propri si ancorava alla mia presunta “giovane età” (quindi: cosa ne capisce di storia dell’arte), a presunte notizie “imbarazzanti” sulla mia persona attinte non si sa bene dove (ergo: meglio che taccia altrimenti chi sa che succede) e al fatto che – a suo dire – gli organizzatori gli avrebbero detto che si tratta di “stampe a numero limitato”. Peccato che nel servizio in questione non abbia detto questo, ma che si trattava degli originali, peccato infine che con l’equivoco sul termine “stampa” si sia imbastito un circo mediatico grottesco (stampa per intenderci è anche una fotocopia, che se fatta dieci volte è a numero limitato!).
Non è questo un invito a non andare a Trinità e godere del bel mare e delle magnifiche spiagge, né a non andare a vedere la mostra. Ma semplicemente per prenderla per ciò che è: una sequela di riproduzioni di scarso valore economico acquistabili su internet, tuttavia ben presentate. Quindi, anziché comprare il cofanetto e riempire le pareti della casa al mare, fatevi un giro nella sala del Comune di Trinità, per poi farvi un bel tuffo nel mare limpido, questo si unico!
Luigi Agus