Tempio Pausania, 5 apr. 2015-
Non so se mai leggerai queste cose ma ci provo lo stesso a scriverle. Un giorno spero ci incontreremo e avremo la possibilità di esprimere meglio il nostro rispettivo pensiero. Per ora, ti saluto senza averti mai conosciuto di persona ma nella certezza che saluto una persona che ammiro e che vorrei continuasse la sua battaglia contro il Sistema. Grazie Paolo.
Ad un grande uomo.
Un mondo di esaltati, un perfido pianeta di scimmie urlanti e di cani che abbaiano. Il Sistema ci strizza l’occhio ogni giorno lusingandoci nelle spire di una gretta omologazione sociale, tutti vittime e tutti carnefici, ma nessuno veramente libero. Ipocrisie che imperano, piccoli falsi gioielli che attraggono e distraggono, continuamente.
Prendiamo la Pasqua: ieri la festa della resurrezione di Cristo oggi una scialba e monotona sequela di crocefissi e pulcini, da festa della sobrietà è diventata festa dell’ovvietà, figlia diretta di questa finta emancipazione che trascina tutti nel pensiero comune. Attenzione! Pensiero Comune, non Bene Comune. La prima cosa non corre ed insegue l’altra, come sarebbe auspicabile, ma ne diventa la parallela eterna.
Come possono intrecciarsi le menti illuminate e non scontate, quelle che rasentano il complottismo con il loro agire o scrivere, con le altre, quelle apatiche ed assenti che sciorinano banalità e frasi omologanti e che si controllano da sole, senza bisogno di un controllo esterno. Già, perché non lo sappiamo o non lo vogliamo sapere, ma tutto ciò che noi scriviamo, facciamo, diciamo, è sotto controllo diretto della finta democrazia, quella parvente idea che esista la libertà. Penso che ne esista meno oggi di quando eravamo sotto dittature esplicite, fascismo, nazismo e comunismo. Non è vero che possiamo sentirci liberi solo perché non esistono più quelle ideologie. Intanto perché esistono ancora ma non rappresentano il vero pericolo. Quest’ultimo lo dobbiamo cercare altrove, nella nostra impossibilità di ribellarci alle tirannie silenziose, quelle che ti inculcano serenità ma ti fanno vivere eternamente sotto tiro.
Per natura non sono violento e odio le armi e la militaria in toto, tutte le divise che imbracciano un’arma mi spaventano, e mi tranquillizza solo la vista di un carabiniere o di un poliziotto che stanno lì per proteggerci.
Ho paura folle dell’omologazione, di quegli stolti pensieri che dilagano sulla pulizia etnica e che provano a far credere che una voce fuori dal coro sia quella del folle complottista. Invece è quella di un esiliato dalla società, cosiddetta civile, che sta solo facendoci capire come siano le cose in realtà. Ma tutto ciò che esce fuori dall’omologazione dilagante disturba e qualche volta ci porta sulla riva opposta, facendoci ancorare sempre più sulle posizioni che tutto sommato ci fanno vivere sereni. Ma di quale serenità parliamo? Di quella che comunque sia, “a me non interessa”? Come ci si può trincerare dietro la maschera del ” a me tanto va bene com’è” quando non è vero? Quando poi siamo i primi che seguiamo le notizie di un telegiornale del potere che ci convince che una guerra è necessaria o che il pericolo sono gli extracomunitari? Come non provare a vedere la realtà da un’altra angolazione? Ditemi, come ci si può non rendere conto che noi non stiamo vivendo la nostra vita ma viviamo quella che LORO vogliono che viviamo? Loro chi? Mi direte. Ma su che avete capito!
Il Sistema, quello che controlla tutto ha mille facce, da quella del politico a quella del sanitario che ci obbliga a perpetuare i suoi interessi prescrivendoci farmaci che alimentano l’industria che a sua volta è la prima ramificazione del Sistema. Ma dai che lo sapete che le cose stanno così! Ve le raccontate al bar ma poi prendete le distanze quando dovete votare o assicuravi le cure migliori.
Potrei fare mille esempi: ho visto coi miei occhi e sentito con le mie orecchie medici che chiedevano il tornaconto ad informatori medico-scientifici per assicurare un certo fatturato con le prescrizioni di un determinato farmaco. Chiedevano viaggi, biglietti aerei, non denaro sia chiaro. Tutto legittimo per carità. Ma questo è il Sistema, quella impenetrabile corazza di acciaio nella quale non dobbiamo entrare pur sapendo tutti che esiste, quel Sistema che vige da sempre nella politica in cui tutti diciamo a parole di non credere ma che poi supportiamo ogni volta col nostro voto che è diventato quanto di più antidemocratico possa esistere. Si, proprio quel voto che deve essere la nostra volontà che cambi qualcosa attraverso un nostro rappresentante. Quanti di voi hanno subito poi le umiliazioni di quanto non sia vero, quanti hanno rimosso la speranza che la vera democrazia è una vacua parola, un abuso di un linguaggio anch’esso omologante? Ogni volontà che sia condizionata non è più capace di essere libera e quindi anche il pensiero che non si liberi da questi condizionamenti non è un pensiero libero. L’appartenenza ad un partito, ad esempio, è di per sé qualcosa che preclude la libertà di pensiero. La sola cosa che ci fa sentire liberi è dire ciò che risponda a verità scomode per la massa ma proprio per questo oggetto di controllo da chi di queste verità ha paura. Non noi, ma il Sistema. Nessuna cosa spaventa il Sistema quanto una massa che diventa sempre più grande, informata e convinta al punto da contrastarne l’impunita “violenza” che mette in atto e ci fa subire ogni giorno della nostra vita.
Il Potere non ha paura di chi non ha potere ma di coloro che con le sole armi della parola e dell’agire distanti dall’idee omologanti, svegliano le masse dal torpore. Allora il Potere, il Sistema agisce e diventa violento sino ad eliminare, costi quel che costi, quell’indegno cittadino italiano che ha provato a svegliarci tutti raccontandoci verità scomode ma vere. E noi cosa vogliamo? Continuare a dormire come vorrebbe il Sistema oppure provare ad ascoltare e leggere, informarci sul serio o continuare a guardare i TG? Non mollare Paolo, non farlo!
Antonio Masoni