Tempio Pausania, Ciao Franco!

Tempio Pausania, 9 apr. 2016-

Sai – mi disse Giuseppe – dopo l’intervista che hai fatto a mio padre, ha ripreso a dipingere e a suonare” Quel padre era Franco Pellegrino, ed il figlio mi voleva testimoniare la grande gioia del padre per aver potuto raccontare la sua vita, quell’innegabile talento d’artista che ha, nell’essenza degli uomini malinconici, una espressione diversa. Franco era triste il più delle volte. Quella morte della moglie non la voleva, né poteva accettarla, non voleva né poteva separarsene mai. E così trascorreva il suo tempo seduto nel suo sgabellino che portava ogni giorno al cimitero. Vi si sedeva per ore e poi andava via. Anni trascorsi a raccontare ad una tomba i suoi giorni inutili senza lei, senza più nemmeno il coraggio di vivere ancora. Il male oscuro lo aveva pian piano portato a restare troppo solo. Che strana cosa, un uomo con una serie infinita di cose da raccontare che non trovava che poche persone disposte a ascoltarlo!

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Il fisarmonicista, la riproduzione che mi regalò Franco.

Quando ci vedevamo in giro per Tempio, mi adocchiava e mi fermava. Tante storie che mi raccontava, con quella solita espressione assente, ma determinato nel rivendicare la scarsa considerazione che la città aveva avuto di lui, valido artista della pittura. Lui che regalò un suo quadro durante il gemellaggio tra Longarone, la città del Vajont, e Tempio circa 5 anni fa. E quel suo quadro di Francesco Grandi, il garibaldino nato a Tempio, che ora viene ricordato con un parco a valle del Parco delle Rimembranze.

Hanno utilizzato per le locandine il mio quadro di Grandi, ma non sono stato nemmeno citato durante il convegno che ricordava uno dei mille“.

Era risentito spesso con l’amministrazione, perché gli uomini silenziosi non vanno in escandescenza quando le cose sono ingiuste. Assorbono sempre, ma parlano poco. Con me, e anche con altri, lo faceva e io conosco ogni passaggio delle vicende che lo hanno segnato, oltre quella scomparsa della moglie, da cui per poco tempo si era ripreso.

Ho mandato il dvd che mi hai dato negli Stati Uniti, dove vive mia sorella.” mi disse un giorno incontrandomi , felice come poche volte gli capitava. Orgoglioso almeno del fatto che qualcuno ne aveva narrato l’arte, raccontato anche le amenità di gioventù e la raffinata tecnica pittorica che a tanti giovani allievi avrebbe voluto insegnare.

“Mi chiamavano Grillo quando suonavo la batteria”  “Perchè Grillo?” – gli chiesi. “Perchè saltavo sullo sgabello come un grillo e riuscivo a dare più ritmo alle cose che si suonavano“.

Tanta nostalgia in questo momento, anche ripensando ai quadri che mi regalò, fedeli riproduzioni di alcuni suoi lavori che ci tenne tanto ad omaggiarmi, così come due suoi quaderni che ora sono preziosi ricordi della città, di alcuni personaggi storici  e di alcuni luoghi della sua infanzia, oggi completamente cambiati (vedi le foto dei quaderni).

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I due quaderni di Franco Pellegrino, i ricordi di Tempio e di alcuni personaggi e monumenti antichi

Ora Grillo ci lasciati, e con lui se ne va una parte anche della mia esperienza di modesto narratore di fatti e personaggi di questa città. Restano i suoi quadri, alcuni arricchiscono sontuose abitazioni della costa, altri vivono dentro le case di tanti che ne apprezzavano l’arte, chiaroscuri di valore e tratti apparentemente incerti ma densi di significati interiori profondi.

I suoi funerali saranno oggi, sabato 9 aprile alle ore 15.45 nella Chiesa di San Giuseppe. Le condoglianze mie personali a Cristina e Giuseppe, alle loro famiglie, a tutti i parenti di un uomo che la città deve essere orgogliosa di aver avuto.

Grazie Franco per quanto mi hai trasmesso. Ora riposa in Pace, non ti chiedo nemmeno dove e con chi vorresti riposare.

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