Tempio Pausania, C’era una volta…Cose dell’altro mondo, il racconto dei mestieri attraverso gli scatti di fotoamatori.

Tempio Pausania, 7 ago. 2015-

Raccontare una mostra fotografica è come raccontare un film o scrivere di musica o di qualsiasi altra espressione d’arte. Ognuno di noi vi si cimenta  in maniera diversa, la prospettiva cambia a seconda dell’angolazione, e scrivere cosa abbia potuto generare dentro di noi, quale possa essere stata l’emozione, è assai difficile.

mostra foto1La mostra C’era una volta…cose dell’altro mondo è una collettiva di appassionati della fotografia che stanno provando, con grande successo, ad infrangere quel confine che separa la passione dall’arte. Lo fanno incosapevolmente,  ma tutti hanno specifiche differenti e tutti posseggono quel gene benedetto del dettaglio che trasmette all’osservatore proprio quell’emozione di cui si parlava prima.

Nella mostra, che era in scena solo in questa serata del 7 agosto, si possono leggere alcuni dei mestieri del passato che sono anche del presente ma che, nella luce dell’immagine  proposta, assumono quelle tonalità di amarcord nostalgico e malinconico. Mani che lavorano, mani leggere e delicate, ora possenti e forzute, abili e capaci di creare, che mischiano esperienza e sapienza in ogni gesto che viene rappresentato.

C’era una volta è un piccolo capolavoro, un prezioso e raffinato scrigno di tesori che sono la nostra storia, qualcosa che deve essere insegnato a chi la memoria l’ha persa o non vuole avercela. La memoria è il seme che ha fatto crescere le radici di ogni mestiere, ne ha forgiato e plasmato i contorni, ha aggiunto quel tanto di sapiente esperienza ed è diventata il sangue che scorre dentro ogni scatto.

Quelli eravamo noi, erano i nostri padri, quelli siamo noi, saranno i nostri figli. Cose di un altro mondo,. cose che sono il nostro mondo. Mai disperderne i contenuti e provare sempre a ricordare ogni cosa. Ogni cosa che resta nella nostra memoria è sempre acqua che sazierà la nostra sete. Dietro il piacere o la sofferenza di ogni mestiere, dietro quei paesaggi della civiltà degli stazzi, laddove fa capolino ancora quel nonno che racconta, dentro quella scorza di sughero o in quelle mani che lavorano la pasta o mietono il grano, esiste la vita che qualcuno ha fatto e continuerà sempre a fare.

Ecco un breve filmato della mostra.

Related Articles