La deriva dello stato sociale.
Ancora poche ore e vedremo anche questo 2019, senza grandi slanci o emozioni perché, come gli altri, sarà solo un tentativo di evitare quanto possibile le conseguenze di questi 20 anni che stanno raggiungendo l’apice della crudeltà sociale peggiore. Vedo sempre più gente allo stremo, affannata a ricercare palliativi e cure omeopatiche allo sfascio dello stato sociale. Nessuna soddisfazione potrà ridare sorrisi a chi non ne ha più da tempo, nessuna prospettiva o speranza potrà risollevare quel che di un vero miracolo avrebbe bisogno.
Fateci caso, quali sono oggi le sole eccezioni alla deriva negativa di chi non gode della immunità perché possiede ricchezze e agi tali da farcela sempre e comunque? A farsi una disamina onesta, ognuno davanti al proprio specchio, ci sarebbe da sentirsi vecchi e perduti, in bilico come la canzone ” tra santi e falsi dei, sorretto da un insensata voglia di equilibrio”. Perché la voglia di farcela c’è sempre, l’entusiasmo ci spinge ad azioni anche coraggiose e spesso al limite, la forza ce la mettiamo tutti senza arrenderci alle guerre giornaliere o alle troppe ingiustizie che viviamo di continuo. Ma quanti vogliono ancora combattere e soprattutto contro chi e cosa?

Da anni, forse 4, ho cercato di diffondere le vere cause della disfatta sociale, della globalizzazione imperante che ci ha tutti guidati verso lo stato attuale. L’ho fatto e continuerò a farlo. A dire a me stesso, e a chi ha la bontà di leggermi, che nessuno straccio di politica ha al momento gli strumenti per risolvere le gravità in corso. O meglio, ce le avrebbe ma evita di confrontarsi con quello che è il Globalizing Finance System, il Sistema della Finanza Globalizzante che domina tutto e tutti ed anche chi sta cercando di offuscare questo unico problema indirizzandolo verso tesi complottiste o terroristiche. O chi si affanna a vedere il problema negli extracomunitari, anche questo un problema indotto dai media per nascondere le stesse gravità che stanno uccidendo letteralmente la nostra vita e quella futura dei nostri figli, per generazioni.
Un piano perfetto, studiato nei minimi dettagli, incatenati da una moneta trucco che non consente di spendere per quanto occorre, che limita le priorità, che tassa per riportare al pareggio di bilancio (la vera follia di uno stato che possa chiamarsi tale). Nessuno che comprenda che essere in debito per uno stato sovrano vuol dire aver speso per costruire, per dare lavoro, per creare benessere diffuso. Certo, se fossimo stato sovrano. Ma non lo siamo più perché legati alla follia del progetto Europa che nessun partito politico attuale vuole demolire per ritornare a quello che eravamo prima.
E dai che è meglio vivere allo stremo, non avere lavoro, pagare più che introdurre, dare fiato alle finanziarie che ci aspettano come falchi appollaiate sui nostri poveri cadaveri! E dai che è meglio rivolgersi alla sanità privata che è figlia diretta della svendita dello stato sociale piuttosto che avere ospedali pubblici trasformati in aziende a fini di lucro in spregio alla carta costituzionale che è diventata, da modello di eccellenza per una vera umanità, carta straccia da usare per ridare tono alla facciata dell’apparato statale, dal Presidente della Repubblica all’ultimo dei sottosegretari. E nessuno che capisca la sua fondamentale importanza per comprendere meglio quanto sta accadendo.
Stilare un bilancio dell’anno che sta per finire, è dunque facile se ci affidiamo a questi pochi elementi di riflessione. Un altro anno pessimo che apre le porte al prossimo che si annuncia uguale se non peggiore. Pessimismo cronico? Assolutamente no, semplice constatazione che nulla cambierà se non i piccoli traguardi che possiamo chiamare palliativi o cure omeopatiche destinate a risolvere aspetti locali, territoriali, risanare qualche indecenza come quella dell’ospedale, tappare qualche strada, dare luce a qualche quartiere al buio, risolvere per sempre il problema dell’acqua, e continuare a lavorare per minimi traguardi che pur sempre ci rendono parziali rivincite sul famoso Globalizing Finance System che, a dirla tutta, non sa neppure che esistiamo.
Questo sistema ci ha trasformati in numeri, ed essere numeri, per chi li usa per pianificare la propria ricchezza, è devastante, toglie anche il migliore degli ottimismi dalle nostre facce.

E’ stato tutto pianificato, studiato e portato a compimento…e noi cerchiamo ancora l’equilibrio, il Centro di Gravità Permanente, l’Agorà dove discutere ancora del perché e del come siamo arrivati a questo punto senza aver capito ancora come stavamo prima e come stiamo oggi.
Buon Anno, che almeno si riesca a risolvere il problema dell’ospedale, dell’acqua, delle luci, delle strade scalcinate, dei quaquaraquà che bazzicano ovunque.
Antonio Masoni