Surf.
Innovazione, sostenibilità ambientale, performance: la rivoluzione del surf si chiama Alterego e parte da Alghero, in Sardegna.
Le tavole prodotte nella Riviera del Corallo sono pronte a segnare una linea di demarcazione tra passato e futuro. Finalmente il rispetto per la natura e la massima resa sportiva.
L’obiettivo di Alterego è uno: realizzare un prodotto ad alta tecnologia, costruito su misura ed ecosostenibile. Nasce così in Sardegna, in una fabbrica di Alghero, una tavola da surf che impiega il sughero e i materiali più avanzati e a chilometro zero. Il risultato? Una tavola pronta a cavalcare le onde, che garantisce flessibilità e performance, ma con al suo interno un’anima green.
Alessandro Danese, general manager di Alterego
L’azienda ha sede nella zona industriale di Alghero, a una decina di minuti dalle spiagge della città e dalle onde del nord Sardegna.
Un sogno diventato realtà nel 2017 grazie all’investimento dei fondatori della società Italian Waves e al contributo di Invitalia.
Oggi nella factory Alterego si continua a fare ricerca, guidati da una mentalità ecologica e con l’obiettivo di produrre tavole veloci e stabili. E i riconoscimenti ufficiali sono già arrivati, l’azienda è stata infatti selezionata come finalista nella sezione Innovazione Blu del Premio Costa Smeralda 2019.
Impresa composta da giovani sardi
Danese
Le tavole Alterego sono disponibili su misura dal sito internet alteregosurf.com e presto anche nei migliori surf shop e negozi specializzati d’Europa.
I propositi dell’azienda
«Puntiamo certamente ai surfisti italiani, ma soprattutto a quelli dell’oceano. Il nostro orizzonte è far crescere la factory vogliamo dimostrare che è possibile cambiare il modello produttivo delle tavole da surf, un mercato in costante espansione e che vale ogni anno di più. E far capire che abbandonare i materiali inquinanti e poco rispettosi dell’ambiente è possibile. Lo meritano i surfisti e lo meritano soprattutto il mare, l’oceano, le nostre spiagge e le nostre coste. I luoghi che i surfisti amano e frequentano intensamente, e che noi tutti abbiamo il dovere di preservare».