Ospedale di Tempio.
Situazione in piena emergenza. Nessuno spiraglio di miglioramento giunge dall’ambiente sanitario. Le problematiche che c’erano, ci sono tutte, ancora drammaticamente tutte.
A nulla è servito lottare, occupare, accentrare l’attenzione della popolazione sulla perdita di un centro sanitario.
Chi se ne doveva occupare, se n’è uscito con una colossale presa in giro, un continuo rimandare a quando non si sa.
La situazione attuale
Nonostante non sia venuto meno il traffico e i numeri, all’ospedale di Tempio non si sono visti arrivi di personale, men che meno potenziamento dei servizi esistenti. Il colpo sferrato dall’assessorato precedente, sembra mortale.
Non credo che, chi subentrerà a Luigi Arru, potrà fare miracoli o sovvertire il declino inesorabile che ha toccato Tempio e altri presidi sanitari sardi.
Non basterà rimpolpare qui o là, nemmeno eliminare e ATS e tutta la ciurma dell’equipaggio che ha guidato in questi 5 anni la sanità sarda.
La deriva ha avuto, ed ha, un piano preciso e sdoganato da tutte le forze parlamentari esistenti, nessuna esclusa.
La spesa pubblica, la vera croce che ha costretto la ciurma a questo atteggiamento persecutorio e mirato solo al taglio sistematico, è la scusa che a tutti preme tenere sotto controllo.
Europa docet! Sanità privata deve essere e sanità privata sarà.
Assistiamo a carenze di medici, davvero ridotti al lumicino, con alcune forzature umane mica da ridere.
Ci sono medici che hanno oltre 200 giorni di ferie non godute, turnazioni addirittura fuori legge (documentabili e registrate), il tutto per garantire l’assistenza perché prima di essere medici, si tratta di uomini veri.
Ci sono lettere rivolte a chi nemmeno ascolta, proteste che cadono nel vuoto cosmico di un’azienda che punta solo al “pareggio di bilancio”.
Una grande invenzione quest’ultimo sedativo della sanità, capace di chiudere ospedali modello, mandare la gente a spasso per l’Italia alla ricerca di cure e ospedali attrezzati. La cosiddetta Transumanza Sanitaria
Prendiamo in esame quanto accaduto nel Lazio con l’attuale segretario del PD, allora governatore della regione.
Il Partito Democratico, il suo nuovo segretario Zingaretti
Riporto queste brevi note su Nicola Zingaretti, che è l’attuale segretario del PD. Il suo passato, da governatore e da Commissario della Sanità alla Regione Lazio, si riassume in queste parole di Repubblica.it.
I numeri parlano da soli:
Zingaretti nel 2015 ha dato
- al Gemelli 336.265.700 milioni di euro che diventeranno 405.404.415,49 nel 2018
- nel 2017 ha dichiarato in deficit per 65 milioni il San Camillo
- 36 milioni il San Giovanni
- 22 milioni l’ Umberto Primo
- 15 milioni il Sant’Andrea
- 3 milioni il Policlinico Tor Vergata.
Ebbene, le cause per le quali il San Camillo è sul punto di morire si nascondono dietro alcune cifre:
- quelle relative ai costi dell’ospedale, pressoché invariati in otto anni e passati dai 466 milioni del 2005 ai 467 del 2013 (in calo rispetto al 2011 quando si toccò il picco con 523 milioni).
- In mezzo, però, ci sono stati i tagli: di posti letto, scesi dai 1.378 del 2005 ai 976 del 2013, di medici, passati da 1.006 a 822, di infermieri, da 2.500 a 2.025.
- Per la sanità pubblica esistono solo razionalizzazione e tagli di spesa, mentre per quella convenzionata (cattolica) denaro a pioggia, senza limiti.
Quando Zingaretti decide di chiudere gli Ospedali nelle cittadine di provincia, si inventa di sostituirli con le Case della Salute per concentrarvi le prestazioni ambulatoriali.
“Vicino a te” è il suo slogan. Uno scopo completamente disatteso dalle Case della Salute, e anche qui i numeri delle prestazioni ambulatoriali della sanità cattolica rendono chiara la situazione. ll Policlinico Gemelli nel 2017 ha erogato 9 milioni e 800 mila prestazioni ambulatoriali, 200 mila in più rispetto al 2016, in spregio della deospedalizzazione delle cure che era uno degli obiettivi dichiarati da Zingaretti.
A febbraio del 2018 di 100 milioni agli Ospedali 23 sono per nuove edificazioni al Gemelli, i restanti sono divisi fra 24 strutture, il massimo 9,4 milioni di euro… ma non gliela vuoi far costruire al Gemelli un’altra palazzina ?
Le persone così devono fare anche 200 chilometri per una prestazione ambulatoriale prenotata con il RECUP, il servizio unico di prenotazioni della regione Lazio, prestazione che invece avrebbero dovuto e potuto ricevere nei luoghi di residenza.
Trovate analogie con quanto sta accadendo in Sardegna?
Vedete come lo scopo di questi politici è solo cieca obbedienza ai dettami di Bruxelles?
Tutta la loro attività si riduce a tagliare per costringere la gente ad andare dove trova assistenza. Se è privata, ovvio che è anche meglio.
Questo abbinamento Sardegna-Lazio, affatto fuori luogo, serve solo a dimostrare quale sia il piano sanitario di tutte le rappresentanze politiche, destra, sinistra, centro e movimenti.
Quale scenario ci aspetta
Tutto ha inizio nel 1992, come ho scritto in questo articolo.
Ribaltare questo stato di fatto della sanità pubblica non è un qualcosa che può fare la politica attuale, stante la posizione di subordine e di sudditanza all’Europa.
Alzare il livello della lotta? Altri tempi, altri connotati ha oggi la forza del potere. Sa comprare tutto, anche se gli opponi orgoglio e determinazione.
Avete visto tutti quanto hanno fatto i gilet gialli in Francia? Bene, ne sapete nulla? No, perché il potere ha armi che controllano tutto, dalla informazione alla politica che al potere si oppone.
Cosa fare dunque.
Comprendere quali siano le sole, uniche ragioni di questo sfascio, sanità così come ogni altro fondamento della nostra costituzione.
Non si tratta di teorie ma di reale conseguenza della nostra appartenenza alle normative europee.
Vi ripropongo questi due video, li hanno visti in tanti e tanti hanno capito cosa sia successo e cosa, purtroppo accadrà ancora.
Al peggio, signori, non c’è limite.