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Calangianus, Loddo e tutti gli altri medici del distretto “all’attacco”. La lettera all’assessore Arru sulle note vicende del ridimensionamento del Paolo Dettori.

Calangianus, 27 lug. 2016-

Il sindaco e medico di Calangianus Gian Martino Loddo ha inviato, in concordia con tutti i medici del distretto sanitario di Tempio operanti a vario titolo, una lettera all’assessorato alla sanità, presieduto da Arru. Nel documento iniziale inviato in regione, c’erano apposte tutte le firme dei medici. Quella che vedete di sotto è la lettera di accompagnamento.

Ci auguriamo che Arru intenda stabilire subito una data prossima per l’incontro e che si smetta di far passare tutto sotto traccia come sta avvenendo da anni. A breve, ci sarà anche un esposto che comprenderà tutta la documentazione attestante i disservizi e i disagi, non per colpa del personale dell’ospedale, che stanno pregiudicando il nostro diritto alla salute. Tempio e la Gallura non devono cedere a questo infame disegno. (A. Mas.)

Nella sostanza –  ci dice Loddo – si vuole segnalare il mancato coinvolgimento dei medici del territorio nel processo di riforma della rete ospedaliera e della medicina del territorio e mi riferisco ai medici di medicina generale, ai pediatri e ai medici della continuità assistenziale che soffrono, al pari dei cittadini, questa situazione. Ebbene, gli stessi vogliono così facendo riappropriarsi di quel ruolo propositivo di cui gli stessi si arrogano il diritto di avere, fosse soltanto per l’esperienza di operare in prima linea toccando con mano forse più di altri le problematiche e le criticità che un sistema, quale quello della sanità, in questa fase palesemente e’ sotto gli occhi di tutti. I medici del territorio, lo sottolineo, convivono con i problemi e i disservizi forse più di chiunque altro perché questi problemi se li trovano davanti tutti i giorni quando aprono gli ambulatori e fino a quando li chiudono. Ebbene questa volta i medici tutti hanno deciso che in questo momento di scelte importanti si ha il dovere di mobilitarsi direttamente senza deleghe a nessuno e lo fanno proponendo all’assessore un incontro tecnico così come lo si fa per i corsi di aggiornamento obbligatorio anche per dare una veste ufficiale dove gli aspetti politici vengono messi da parte per curare sopratutto la politica sanitaria di un territorio troppo martoriato. Io stesso faccio un passo indietro, riappropriandomi di un abito a me più consono e a cui sono legato più di ogni altra cosa : il camice bianco.

 

Ecco un parziale delle firme dei medici operanti nel distretto che hanno accompagnato il documento di cui sopra.