Tempio Pausania, Canti e Conti di Fuchili, domani 3 agosto, ore 21.30, via San Vito. Viaggio musicale e narrativo attraverso una tradizione antica a cura del Coro Gabriel.

Tempio Pausania,. 2 ago. 2015-

L’idea è quella di ripercorrere uno spaccato autentico della Sardegna di un tempo, un modo per raccontare quel mondo scomparso dove a farla da padrone sono quelle storie a metà strada tra realtà e finzione, che “il popolo” ha fatte proprie, con la gente protagonista e comprimaria, allo stesso tempo, di una civiltà con una connotazione tutta particolare. Vorremmo recuperare, di quel patrimonio immenso, gli aspetti particolari relativi alle “veglie”, ossia quei momenti di autentica aggregazione che scaturivano da situazioni ordinarie, come d’inverno vicino al camino (conti di fuchili) o d’estate nella frescura di “lu caponi”, dinanzi allo spiazzo pastoriziale, “lu pastricciali” piuttosto che davanti all’uscio della casa, “lu mitali”; o da momenti particolari, come un fidanzamento o una nascita. Occasioni per lo più festose, ma dalle quali nascono storie e racconti che pagano il dazio alla paura e al silenzio che hanno accompagnato il nostro popolo nella sua esistenza. Tanto che nel momento della veglia, sia nel narratore che nell’ascoltatore, il racconto di un fatto di cronaca non è mai scisso da elementi fantastici, così come le storie inventate riportano sempre al vissuto quotidiano. L’aspetto più interessante è che verranno proposti componimenti di autori sconosciuti o anonimi, in cui a prevalere è l’aspetto satirico.

La narrazione sarà accompagnata dai canti della tradizione gallurese a tasgia, che intervalleranno le diverse sezioni in cui si cercherà di suddividere la serata.
I vari momenti saranno animati dalle voci di lettori, coristi, musicisti e attori con l’obiettivo di riportare il pubblico ai tempi che furono e di restituire alle diverse “parlate” protagoniste della serata un patrimonio di parole e locuzioni che il crescente disuso tende a relegare tra gli arcaismi, ma soprattutto di far sì che non vada disperso un patrimonio finora affidato all’oralità

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