Aggius, il coro Galletto di Gallura a Roma. Il 16 maggio in scena le tradizioni, col coro di Orgosolo, e i musicisti della Val Resia.

Aggius, 14 mag. 2015-

Alla mostra multimediale “Roberto Leydi e il Sentite buona gente”
il Coro di Aggius, il Tenore Supramonte di Orgosolo e i suonatori della Val Resia
Roma, Auditorium Parco della musica, 16 maggio, ore 17

Il Coro di Aggius durante la processione del venerdì santo.
Il Coro di Aggius durante la processione del venerdì santo.

All’Auditorium Parco della Musica di Roma, fino al 19 maggio, la mostra multimediale Roberto Leydi e il Sentite buona gente, incentrata su uno spettacolo promosso da Roberto Leydi, per la stagione 1966-67 del Piccolo Teatro di Milano, in contrapposizione al Ci ragiono e canto di Dario Fo in quanto voleva attestare l’esistenza di una cultura musicale ‘altra’ attraverso la viva voce dei suoi protagonisti, senza la mediazione di interpreti borghesi. Assieme alla Puglia, la Sardegna era l’unica regione rappresentata da due gruppi, i suonatori di Maracalagonis e i tenores di Orgosolo che, accompagnati da Peppino Marotto alla sua prima esibizione su un palco, diedero un’esemplare riprova delle proprie capacità esecutive attorno a repertori irriducibili ai canoni della musica colta, senza disagio né imbarazzo per il contesto teatrale e la presenza di un pubblico. Nell’intreccio di suoni e immagini, la mostra ripercorre le diverse fasi di realizzazione dello spettacolo, dalle ricognizioni sul campo fino alla messa in scena, ed è curata da Domenico Ferraro che per Squilibri ha pubblicato l’omonimo volume, con in allegato un dvd con l’inedita riduzione televisiva dello spettacolo.

Il coro di Orgosolo oggi.
Il coro di Orgosolo oggi.

Ad animare lo spazio della mostra, una serie di appuntamenti ripercorrono le ragioni sottese allo spettacolo, cercando di verificare anche il senso che ‘certe’ musiche possono avere oggi in un mondo completamente trasformato. Il 16 maggio, alle ore 17, di scena tre gruppi eredi diretti, a volte anche per linee di discendenza parentale, di quelli esibitisi a Milano nel 1967. Si inizia con il Tenore Supramonte di Orgosolo che, malgrado i ricorrenti lamenti attorno alla morte della tradizione, continua nella riproposizione di una modalità di canto nella quale l’intera comunità ravvisa ancora un veicolo di particolare importanza per l’affermazione della propria identità culturale. Assieme agli attuali componenti del Coro (Franco Davoli, Salvatore Floris, Peppe Paulis e Antonio Garippa), anche Nazarino Patteri, uno dei componenti del gruppo che prese parte al Sentite buona gente, e il figlio Pasquale, tra i componenti del coro nella seconda generazione di cantori. A seguire i suonatori e danzatori della Val Resia, anch’essi eredi diretti della formazione resiana presente nel Sentite buona gente, impegnati tuttora in pratiche musicali e forme coreutiche che affondano le proprie radici nella cultura plurisecolare di una minoranza etno-linguistica, orgogliosa delle proprie espressioni culturali. Conclude il concerto il Coro Galletto di Gallura di Aggius che aveva preso parte al Ci ragiono e canto di Dario Fo dove, al pari di tutti i gruppi coinvolti nel Sentite buona gente, aveva offerto una magnifica riprova dell’originalità del proprio repertorio. Le tre formazioni attestano la sorprendente vitalità di una tradizione, capace di riproporsi –eguale e diversa- nel succedersi di epoche e passioni contrastanti. Tutti loro proseguono pratiche musicali apprese dai loro padri, senza alcuna nostalgia per il passato ma con l’urgenza di rivendicare alla propria cultura musicale il diritto di esistere nell’orizzonte del nostro presente: lo stesso proposito che aveva animato Leydi e Carpitella in quella memorabile esperienza di studio e di spettacolo del 1967, rivolta ad evidenziare l’esistenza di “una civiltà che ignoriamo, anche se convive con noi e costituisce la fonte della nostra coscienza civile e culturale” e a testimoniare “la presenza attiva della cultura popolare nel mondo moderno”.

L’esibizione del Coro Galletto di Gallura sarà preceduta dalla presentazione, ad opera di Ignazio Macchiarella, del volume a cura di Marco Lutzu, Musiche tradizionali di Aggius, che nei due CD allegati raccoglie tutte le registrazioni effettuate in questo piccolo borgo della Gallura, dal 1950 al 1962, dai pionieri della ricerca sul campo delle tradizioni orali. E’ il decimo volume della collana Aem-Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il primo di una specifica sezione dedicata alla Sardegna e si è realizzato per impulso determinante del Coro di Aggius che in questo modo ha inteso rendere omaggio ai propri padri.

Mostra e incontri al MUSA-Museo degli strumenti musicali dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Auditorium Parco della Musica di Roma (via de Coubertin).

Ingresso libero

Info: 06-44340148; info@squilibri.it; www.squilibri.it

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