Un solo anestesista al Paolo Dettori. Come dire, se risulta impegnato per un covid, non potrà esserlo per quel codice rosso che arriva al pronto Soccorso. Lo capite adesso quanto da questo sito si urlava sulla morte certa del presidio sanitario dell’Alta Gallura? Lo si capisce che un pretesto, per quanto pericoloso sia stao e possa ancora essere, non doveva trascinare le poche certezze rimaste verso la loro imminente chiusura?
Giorgio Chiarelli, nefrologo ma anche sindacalista, ha oggi rilasciato una dichiarazione pesante sulla situazione estrema nella quale ci si ritrova. L’accusa è verso l’azienda sanitaria che sta per lasciare una sola figura di anestesista rianimatore all’interno del presidio gallurese. Follie!
Al solito, l’azienda è abile a camuffare la realtà di questa sanità allo sfascio con l’emergenza Cpvid. Tutto, nonostante ci sia stato un quadrimestre di tempo per organizzare gli ospedali, viene deciso a tavolino in nome e per conto di sua maestà coronavirus. Già vi abbiamo riferito di quanto sta accadendo al P.S. del Dettori in questa giornata da panico e caos. Un ospedale falcidiato da chiusure e perdita di posti letto che deve comunque supplire alle deficienze degli altri ospedali e accettare pazienti Covid. E questo nonostante non era previsto.
Un solo anestesista significherebbe totale fermo delle attività chirurgiche, già in parte deducibili dalla chiusura del blocco chirurgico. L’azienda, lo scorso 28 ottobre (5 giorni fa), in un documento aziendale, si legge:
Un solo anestesista ma spostamento verso Olbia che riguaderà anche il personale infermieristico e di sala.
E’ sulla base di questo documento che nasce la protesta del medico sindacalista al giornale. Inaccettabile anche questa decisione che rappresenta per i sanitari la cosiddetta anticamera della prossima futura morte del Paolo Dettori. E quando l’azienda scrive che gli anestesisti debbono andare a Olbia lasciando scoperto, di fatto, l’intero ospedale con un solo medico, ciò riguarda anche il personale tecnico, infermieristico compresi i ferristi.
« Smantellamento senza precedenti – urla un medico del Dettori. – Così qualsiasi briciola di diritto alla salute, lo stanno togliendo. E tutto per un virus».
Tanto perché non ci siano dubbi sulle intenzioni dell’azienda, leggete anche questo:
Ma la beffa non finisce qui. Come segnalato dal dottor Chiarelli nella sua veemente lettera al giornale, manca la ciliegina dell’atto aziendale. Eccola. L’evidenziatore si sofferma sulla ciliegina ed anche sulla situazione di temporaneità alla quale seguirà, come da copione, la definitiva chiusura.
Con buona pace dei politici tempiesi che proclamano la salvezza del Paolo Dettori e di tutti gli amanti delle celebrazioni elettorali Urbi et Orbi che sulla salvezza del Dettori ci vincono le elezioni, e non solo quelle comunali.