Relatori di elevato spessore alla prima video conferenza sull’epidemia.

Tutti relatori di spessore e di grandi capacità alla prima conferenza promossa da galluranews sull’epidemia da coronaviorus. L’organizzazione è stata curata da Daniele Pintus, una grande persona, un vero talento di raffinata genialità ancorché persona di estrema umiltà e disponibilità. Grazie Daniele.

Oltre 8.400 al momento le prsone raggiunte dal post e oltre 4.600 le visualizzazioni dopo circa 18 ore dalla fine dell’evento. La preparazione  eil livello elevato dei relatori era tale che alla fine è stato unanime il giudizio di chi vi ha partecipato all’interno della piattaforma (30 le richieste di accesso) e di coloro che hanno visto la diretta sulla pagina facebook sempre di galluranews (LINK al VIDEO).

Tante le domande e le sollecitazioni che arrivavano anche dai social ma non a tutti si è potuto rispondere nonostante l’intera trasmissione sia durata oltre le due ore. Una video conferenza scientifica multi disciplinare che ha da subito interessato anche gli stessi relatori che si sono confrontati con diversi aspetti della Covid-19.

Spiegazioni esaustive e assai utili, specialmente per chi ancora, in un clima generale di confusa informazione, ignora anche principi e norme indispensabili per evitare il contagio. La Sardegna, in cui a parte alcuni focolai avvenuti dentro gli ospedali soprattutto di Sassari, tutto sommato si ritiene fortunata. I numeri parlano di oltre 1000 contagiati ma la maggior parte dei casi non è da terapia intensiva.

Gepostet von Gallura News am Montag, 13. April 2020

Relatori che hanno dato informazioni corrette e consigli alla popolazione

Nanni Sotgiu

La grande professionalità e competenza del prof. Nanni Sotgiu, docente di epidemiologia e anche di statistica medica all’università di Sassari, ha dato impulso e esperienza alla conferenza, dall’alto della sua posizione riconosciuta a livello sanitario assoluto. Il professor Sotgiu è reduce, prima di questo evento di ieri, da due simili conferenze a Trinità d’Agultu. Gli si riconoscono non solo doti professionali importanti ma una emplicità e umanità che deduci immediatamente dalla sua pronta disponibilità ad accettare l’evento, alla luce, come lui stesso dice, della interazione della gente.  Sabato prossimo e negli altri giorni, è atteso da altri pasei per essere di aiuto alle comunità. Persona squisita prima ancora che uomo di scienza.

 

L’esperienza del medico tempiese, Nicola Tondini, che risponde al bando della Protezione Civile e parte. Lo destinano alla cintura attorno a Torino, a dare il suo contributo alla lotta contro la malattia in un paese vicino ad Ivrea. Un operatore sanitario che ha sempre anteposto la sua umanità ad un mestiere che «Non ha eroi» ma persone speciali che dedicano la loro professione al reale bisogno di persone colpite da tragedie sanitarie, in Africa o come oggi in Italia. Non contano le distanze o l’inferno di territori maggiormente colpiti, possono essere ovunque. Medici come lui, ci sono oggi, ci sono stati e ci saranno sempre.

«Muoiono persone, non numeri, cosa conta l’età?» sostiene quando si tenta di giustificare l’enorme numero di vittime di questa tragedia.

 

La preparazione tecnica e scientifica di Sergio Becciu, biologo con un curriculum formativo e professionale che comprende piani di sicurezza nelle aziende, tra cui anche quelle sanitarie. Un excursus sulle norme da usare, i corretti presidi di protezione individuale e le norme per una sanificazione opportuna fatta a regola d’arte e non attraverso valutazioni empiriche che potrebbero pregiudicare anche l’opportunità stessa della sanificazione. 

Gian Martino Loddo

Gian Martino Loddo, medico di medicina generale, di quelli all’antica, che chiama i suoi pazienti col nome o nomignolo, li conosce tutti. Si lega alle loro storie, alla loro malattia. Quel filo che sa di fiducia e di umanità che ogni medico di base porta con se. Oggi, alle prese con i suoi 1500 pazienti prevalentemente di età avanzata. Le problematiche di una categoria già troppo colpita da decessi (circa 1/4 degli oltre 110 medici morti, sono medici di base). In lui  prevale l’esperienza, rispetto alle linee guida che sono a tutti apparse farraginose e fuorvianti.

Dai relatori  nessuna previsione certa. prima si deve pensare a salvare vite umane

Le tante domande dei partecipanti hanno dato vivacità alle due ore di diretta di cui alla fine nessuno si è accorto. L’interesse è stato tanto e questo genere di iniziative aiutano a comprendere meglio qualcosa che nemmeno gli addetti ai lavori sanno spiegarsi ancora. Le insidie sono presenti ma spesso covano trappole che non ci si aspetta. E’ la folle dinamica di questo coronavirus che stiamo vibendo in un clima di estrema confusione e continui rimandi. La curva, quella maleddetta curva epidemiologica non scende.

« Siamo nel plateau, quella fase dove non cresce ma nemmeno decresce», dice il Prof. Sotgiu. Previsioni non se ne possono fare, anche se nello scenario della gente ogni giorno si allontana la liberazione. Forse luglio, sicuramente la stagione turistica e vacanziera è compromessa. La scuola non apre, si parla forse di settembre. E’ tutto un subbuglio e un circolo vizioso di ritorno all’anno zero quando qualche risultato farebbe ben sperare in una lenta ripresa. 

Nel frattempo, l’economia…

Nel frattempo l’economia cola a picco, gli aiuti dello stato stentano ad arrivare, si è pensato solo alle indigenze e a far mangiare tantissime persone. Giustamente, il sociale che paga più di altri questo dramma, deve sopravvivere. Alla porta bussano le industrie, gli artigiani, gli imprenditori, tutte le categorie di lavoratori che da oltre un mese sono fermi. Ci si arrangia col take away, con i negozi chiusi che ti portano la merce a casa. L’e-commerce dilaga, manco a dirlo, si parla del commercio elettronico come una prospettiva e non come un rimedio. Soffrono tutti ma c’è sempre qualcuno che soffre di più. A questi bisogna pensare. Alle persone sole, malate, fragili, povere.

Ora è tempo di pensare a salvare vite umane. Il resto, forse, verrà, con o senza questa specie di classe politica che è la sola vera vergogna del popolo italiano. A loro dobbiamo questo stato di incertezza e di interrogativi, la perdita della sanità pubblica e l’essersi avvinghiati alla sudditanza da un Europa che pensavano fosse una madre misericordiosa.

Coglioni, due, dieci, cento, mille volte coglioni.

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