Cagliari, 16 mag. 2018-
Ecco cosa scrive il capogruppo dell’opposizione in regione, l’UDC Rubiu.
Davanti all’assessorato regionale della sanità si è consumato un fatto gravissimo. I sindaci del Sulcis Iglesiente, arrivati per sollecitare spiegazioni sul declino inarrestabile della sanità sul territorio, sono stati mandati via dagli uffici ai piedi della via Roma. Sdegno e rabbia anche dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, che si spinge a chiedere le dimissioni dell’esponente della giunta.
“I primi cittadini hanno peraltro invocato un appuntamento all’assessore Arru – continua l’esponente dei moderati – per conoscere le motivazioni sul peggioramento della qualità del sistema sanitario nel territorio. Un degrado senza fine che sta producendo disagi nei cittadini, con i sindaci che diventano la prima frontiera del malcontento“.
Le liste d’attesa che si allungano per una visita specialistica, i reparti ormai soppressi, il taglio dei servizi:
“Un crollo, non solo simbolico, della sanità nel Sulcis Iglesiente – conclude Rubiu – che ha indotto le fasce tricolori ad un summit con l’assessorato della sanità. Il mancato rispetto delle istituzioni è un fatto di per sé intollerabile. I sindaci, i veri rappresentanti delle istituzioni, sono stati abbandonati al loro destino. La sanità nel Sulcis Iglesiente, disegnata dal centrosinistra, è lo specchio del fallimento dell’esecutivo. Questo episodio rappresenta uno schiaffo al territorio, ormai relegato a fanalino di coda degli interessi di questa maggioranza”.
Aldilà delle posizioni politiche, degli schieramenti e persino della certa enfasi dovuta al comunicatore della notizia, resta la preoccupante deriva dei diritti che oggi toccano anche i sindaci, quasi inservibili nel loro fondamentale ruolo istituzionale. Privati persino di un colloquio col delegato alla Sanità. Un episodio mai accaduto in democrazia che appare come una resa dell’assessore a voleri che esulano dal suo compito. L’asservimento a poteri esterni al popolo sardo, da parte di chi dovrebbe gestire gli interessi della gente, e non solo pensare alle drastiche soluzioni che hanno toccato tutti i servizi sanitari dell’isola, è un forte segnale che il disegno criminale contro la sanità pubblica ha provocato uno sconquasso sociale senza precedenti.
Mi chiedo a cosa sia servito accogliere questa gente anni fa, quando vennero a soffiare sulla forza politica di parte, rassicurandoci da un lato mentre dall’altro era ben chiaro lo scopo teso a distruggere l’impianto sanitario nel suo complesso a vantaggio di una struttura privata e di dinamiche tese a vendere, meglio sarebbe dire svendere, quello che resta dell’offerta pubblica.
Queste ed altre forzature della peggiore giunta regionale di sempre, non faranno retrocedere le comunità di questo e di altri territori dal continuare la lotta. Per il Paolo Dettori, continuano gli incontri con la giunta locale dei vari gruppi che sostennero le precedenti manifestazioni. Il tiro va rialzato e si cercheranno soluzioni sempre democratiche ma di spessore maggiore. Non ci si rassegnerà a perdere quanto al momento si è perso, così come nessuno rinuncerà a vedere morire un presidio importante e fondamentale per il territorio.
Dopo il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, chiuso da quasi un mese, la mannaia sembra orientata verso altri servizi che marcano i segni laceranti di una imminente morte. Certo, non staremo a vedere cosa accadrà senza una reazione generale della gente di Gallura, ma appare sin troppo evidente che il black out a breve toccherà anche altri servizi, così come la mancanza di personale e di presidi.
Antonio Masoni