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Tempio Pausania, Un momento sociale simile a quello di una guerra, la povertà bussa a troppe porte. Perché?

archivio immagini google- foto www.ilnord.it

Tempio Pausania, 7 ott. 2016-

Ricevo spesso delle segnalazioni inerenti stati di disagio e di sofferenze, spesso me ne faccio carico, altre volte provo a rispondere, sempre stando molto attento a non ferire mai nessuno nella propria dignità. Un valore, la dignità, che ogni giorno è sempre più calpestato e travolto dal grigiore di una vita senza sbocchi, un colpo al cuore ad ogni storia che ascolto o leggo. Scrivono per ragioni disparate, per la luce che manca nel quartiere, per le strade ridotte a mulattiere sterrate, per le troppe vessazioni fiscali, per un lavoro che non c’è, che non ci sarà mai. Questa è la realtà, non facciamo finta che non esista.

Mi rivolgo a voi, intellettuali imborghesiti, a voi che non avete il problema del pane sulla tavola, che potete concedervi pranzi fuori o uscite per divertirvi, mi rivolgo a me stesso, fortunato ventisettista che umilmente chiede scusa a chi non lo è e non lo sarà mai.

Spogliamoci della spocchia che ci avvolge, priviamoci per dieci minuti del pensiero di cosa fare a cena. Proviamo a fare un tentativo di comprendere le ragioni di tutto questo, del fatto che la povertà è una vera emergenza che non va solo affrontata con l’aiuto, con il cibo o con qualcosa che avete dismesso dal vostro guardaroba per donarlo a chi non ha da vestire. Combattiamo  il male e non il sintomo.

Tentiamo assieme di darci delle risposte e pensare a delle soluzioni che consentano di rivedere persone che sorridono, che indossino un vestito e non la solita tuta d’acetato comprata alla LIDL, e che abbiano voglia di combattere senza arrendersi a questo spauracchio che genera malattie, di ogni specie.

Parlavo, qualche giorno fa, con l’assessore ai servizi sociali, Alessandra Amic, persona attenta alle sofferenze e vogliosa di combattere con tutta se stessa per trovare qualche soluzione, aldilà degli aiuti che il suo servizio provvede ad erogare ogni giorno. Il momento storico è drammatico, sono centinaia le famiglie assistite e Caritas e altre benemerite associazioni umanitarie sono in costante fermento per tamponare di qua e di là.

Ma non si fa in tempo, spuntano come funghi ogni giorno nuovi casi, nuove realtà e nuove drammatiche vicende“.

Non ho una storia  particolare da raccontarvi, potrei sceglierne una qualsiasi, tutte sono e sarebbero da raccontare ma qui non si tratta di risolverne una per lasciarsene altre 1000, qui bisogna capire il perché non ci sia lavoro, non si abbia il necessario per la sopravvivenza, non ci si possa nemmeno curare per mancanza di soldi.

In questi anni il blog ha provato a dare delle risposte, così come si è messa anche il problema di come evidenziare le dinamiche di quanto accade. Il mio amico Antonello Loriga, da oltre 5 anni ne ha studiato le ragioni ma, forse per mancanza di strategia comunicativa, la sua battaglia la conduce altrove, dove sa che certi argomenti si conoscono a fondo e non si ha bisogno di esporsi perché l’esposizione è un valore di tanti. Io non sono suo amico perché lui propone strampalate teorie e quindi devono essere sempre e comunque accolte. Non sarebbe possibile per me riconoscerne la purezza del pensiero se ciò che racconta non fosse confutato da menti decisamente più brillanti della sua e della mia. Lui ci racconta quella verità che fa paura a chi non ha avuto la sua stessa costanza nel capire il fenomeno che sovraintende a tutto e a tutti, compreso questo momento storico che, a detta di tutti, è il peggiore di sempre. Il suo modo di raccontare a tanti non piace, forse perché ha invaso un campo non suo, essendo ingegnere e non economista. Però, che ci crediate o no, che lo vediate come spocchioso o presuntuoso, non racconta barzellette. Vi narra le cose come successe, vi cita fonti autorevoli che non riconoscete perché vi sentite offesi che un qualcuno che non sia uno di voi ha provato a studiare e a capire prima di voi.

Errore di questa società che non prescinde mai dall’ego, da ciò che si è convinti di essere e che ci fa sentire migliori degli altri, magari per avere una bacheca di un asocial network stracolma di like per aver postato un pensiero profondo, ma così profondo che alla fine vi rende la giornata radiosa e piena di approvazioni popolari.

La bellezza di alcuni di voi è che ragionate sempre con la medesima testa quando un momento di estrema difficoltà come questo attuale, dovrebbe indurvi a uscir fuori dalla vostra aura dorata e immergervi in un mondo che non conoscete ma che non è possibile che “un altro lo possa conoscere!”.

Non ve ne voglio per questo, ciascuno è quel che è, sempre e comunque, ed ha quindi ragione nella misura in cui non sa nulla, ma ha torto quando si rifiuta di conoscerla la verità. Quando, a priori, ne rifiuta la comprensione, e bacchetta continuamente chi, non sempre nel giusto modo, vuole solo farvi ragionare sui fenomeni.

La povertà di questi anni, ha una sola spiegazione. La povertà, l’immigrazione, la perdita del diritto alla salute, la mancanza di lavoro, un comune che non ha più risorse, una regione che non eroga soldi, un parlamento che non ha più funzioni, una UE che viene gestita da non eletti di una commissione nazista, deriva dalla totale assenza di democrazia. Chi comanda il mondo è una ristrettissima banda di padroni veri delle sorti dell’umanità tutta. Chi non vuole capire, è responsabile e fiancheggiatore di questo disastro annunciato, voluto e pianificato a tavolino da decine e decine di anni. Ciò che siamo oggi, è il frutto di un nuovo ordine mondiale dove le democrazie non esisteranno più, dove gli stati saranno tali solo per una bandiera diversa, dove la sovranità è solo una parola desueta e inaccettabile.

Il mio blog, aperto a tutte le tematiche sociali, ambientaliste, economiche, è la sola voce in Sardegna che guarda il mondo da un’altra prospettiva libera e che prova ogni giorno ad essere al fianco di chi lavora per il bene comune, di chi prova a fare senza chiedersi se funzionerà o meno, ma lavora, e lo fa usando la democrazia vera senza chiudersi dentro paroloni o citazioni, senza far sfoggio di eleganza linguistica e restando sempre dentro le ragioni di quanto accade. Preferisco farmi capire che essere frainteso per eccesso di elucubrazioni e oscurantismi che non posseggo. Che ci crediate o no.

Con rispetto,

Antonio Masoni