Tempio Pausania, Troppi i ritardi sul processo per la tragedia di Monte Pinu. Scrive un familiare di una delle vittime.

Tempio Pausania, 20 gen. 2016-

Sono passati due anni e due mesi da quel 18 novembre 2013, uno dei giorni più terribili e nefasti che la Sardegna ricordi. Quel ponte franato a Monte Pinu ha lasciato, oltre al baratro rimasto ancora come quel giorno, anche strascichi di cronaca che continuano a gridare vendetta e scandalo. Stavolta, per rendere meglio la vicenda che vede degli imputati coinvolti nella frana, ci scrive un familiare di una delle tre vittime tempiesi di quella tragedia, il quale a ragione lamenta ritardi storici sul processo agli indiziati di reato, a vario titolo.

Ecco il testo della lettera, ovviamente firmata:

Caro Antonio, sono Tore Manconi, figlio di Maria Loriga, morta assieme ai coniugi Fiore nella tragedia di Monte Pinu. Ad oltre due anni da quel giorno, ancora non si è svolto il dibattimento con le persone imputate. Ti riassumo brevemente come sono andate le cose finora. A settembre il processo è stato rinviato rinviato per la notifica all’ing. Pasquale Russo. Proprio questa mattina un ulteriore rinvio al 20 aprile 2016 (cioè altri 4 mesi!) perché non é stato possibile avere sia  l’ing RUSSO che Francesco Prunas, rispettivamente  dirigente- funzionario e dirigente della provincia. La colpa é da attribuire, pare, alla cancelleria che ha inviato la notifica questo scorso 23 dicembre!!!!!!

Ti ringrazio per l’attenzione, Tore Manconi.”

Fermo restando che in Italia siamo abitutati da sempre alle lungaggini di un procedimento, resta il fatto, amaro e disdicevole, che tutta la articolata materia riguardante quel giorno tragico sembra essere ammantata di ritardi cronici, siano essi riferibili al rifacimento della sede stradale che alle colpe di chi è stato chiamato a risponderne in sede penale.

Lo sconforto di un familiare, che certo non potrà servire a riportare in vita nessuno, è lo stesso di tutte quelle persone che in Italia, per una ragione o per un’altra, si trovano ad invocare giustizia avverso questi ritardi. Spesso tutto avviene per carenza di personale che deve sopperire ad un ingente mole di lavoro che da sempre investe la giustizia italiana.

Tore, così come tutti i familiari delle vittime di quel giorno, attendono ancora che vengano dati nomi e volti ai responsabili e che verso gli stessi venga applicata la legge che, si dice, dev’essere uguale per tutti.

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