Tempio Pausania, 1 ott. 2016-
Ogni volta che ne leggo, che mi inviano comunicati, che intuisco su chi e su quali persone contare per introiettare nelle teste delle persone alcuni moti d’animo, dei quali sono ciecamente persuaso, ho sempre reazioni di gioia. Gioia effimera forse, perché di opportunità questo territorio ne riserva tantissime ma, per via di ostinate convinzioni di taluni poco permeabili a queste tematiche, mi riaccuccio nella delusione.
Poi ancora mi riluccicano gli occhi quando, a fatti e non a parole, assisto a progettazioni territoriali coordinate per il bene comune, portate avanti senza che per forza ci sia il placet della politica, così lontana, così confusa e poco propensa a rinunciare al proprio ruolo guida, seppure di un mucchio di paglia rinsecchita e dal rapido e immediato fuoco fatuo.
Senza mai capire il significato che sta alla base dell’impegno politico di chi si affaccia all’amministrazione di un territorio, e non capisce quali siano i veri elementi fondanti della cooperazione e della sinergia, respiro aria nuova quando la politica viene superata dalle forze sociali attente e predisposte agli interessi collettivi, come avviene nel volontariato che assiste, aiuta, sta sempre sul pezzo delle emergenze sociali gravi di questa fase abulica e di estrema indigenza. Come avviene nelle associazioni culturali, in quelle sportive, in tutti quegli splendidi aggregati di umanità e di passione che si distanziano dalle scarse risorse in campo e agiscono da sole, si fanno largo a suon di coinvolgimento e di partecipazione.
Non ho mai nascosto il mio plauso a chi fa, a prescindere da qualsiasi impedimento “fa”, senza vedere se e come la porzione politica di turno possa essere di aiuto. Al più, un imprimatur di patrocinio non si negherà mai a nessuno. Ma fare, fare e fare ancora. Questo è la sola politica che amo e che vorrei la politica mettesse in campo. Non ho mai nascosto la mia attenzione ai sindaci che non predicano o promettono, ma agiscono. Di esempi concreti di “politica del fare, e fare bene” ve ne sono anche qui, nel nostro territorio. Non è giusto fare nomi ma chi sa leggere oltre il populismo scenico della poco piacevole teatralità dell’azione politica vuota, capisce bene chi “fa” a prescindere dalla mancanza di fondi e di finanziamenti, chi sa cogliere anche in questo drammatico momento storico ed economico, anche il più piccolo trenino pieno di opportunità. Briciole, lo sappiamo, ma certamente sostanze che, anche se utili a cambiare una lampadina di una strada buia, sono salutate come “ah, finalmente!”, dalla gente. Per questa ragione, e l’ho spesso sostenuto, credo nell’Unione tra Comuni, una forza poliforme che guarda all’interesse comune, senza faziosità e senza partigianerie.
In questa visione delle cose, avvinghiato alla mia fragorosa utopia che è la mia sola speranza di un cambiamento, ho apprezzato e comunicato proprio ieri di una nuova interessante progettazione, qualcosa di nobile e di altamente strutturato, con persone semplici ma esperte, animate anche da sola passione a volte, ma tutte partecipi di un bene comune, quell’auspicato “territorio” del quale a sproposito in tanti si sono riempiti pancia e frattaglie.
Ogni iniziativa che guarda al territorio, da un punto di vista politico, ambientale, storico, culturale, musicale, artistico che volge la sua attenzione a conoscere e apprezzare quell’incredibile patrimonio che questa terra possiede, per tanti aspetti inesplorato, mi vede sempre attento e solidale. Ho sempre creduto nella sinergia e nella cooperazione e continuerò a crederci sino a che vedrò esempi concreti che coinvolgono tutti e abbattono le barriere ideologiche e personalistiche.
Gallura da Valorizzare, la neonata associazione che da poco ha visto la luce, rientra in queste dinamiche che seguirò sempre con grande attenzione. Ottima idea, già strutturata senza un centesimo di contributi, senza l’appoggio diretto di chi amministra, con la sola passione che affonda il suo senso nella partecipazione di esperti e di lungimiranti esponenti della vita della comunità.
Finalmente, mi son detto, qualcuno che dice cose nuove e agisce di conseguenza, qualcuno che si attiva per la conoscenza e per la divulgazione del nostro immenso scrigno di tesori, qualcuno che sostanzia i fatti e spreca poco le parole.
Ecco, ho detto subito, qualcosa che merita sostegno, che vuole unire e non disperdere, che concentra la sua energia in cose che servono e dalle quali potrebbero sortire solo dei risultati eccellenti. Il tutto senza un centesimo, senza l’aiuto di nessuno, condito esclusivamente da intenti nobili e azioni determinate. Un solo bagaglio sulle spalle e poi si parte: destinazione Gallura.
Questa è la politica che amo, la condivisione e l’unione delle forze, non lo spreco di parole al vento e fatti ZERO.
Che sia il primo segnale di risveglio? Me lo auguro e estendo i miei auguri a questo nuovo respiro di vitalità di GdV, al suo ideatore Fabrizio Carta e a tutti gli altri, donne e uomini di questa bellissima avventura.
Antonio Masoni