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Tempio Pausania, Ecco come moriremo, la longa manus dello sfacelo sanitario sta agendo così.

Tempio Pausania, 8 dic. 2016-

Alla fine la ASL Olbia ci sta riuscendo, da una parte ti rassicura con garanzie di assistenza ma dall’altra sta agendo per provocare la fine del nostro ospedale.

Sono andato a leggere una delibera del 5 dicembre scorso, la Delibera n. 1201 del 05 dicembre 2016 [file.pdf] Approvazione Bilancio Preventivo Economico 2017 – 2019. Ovviamente una delibera che la stessa azienda si è ben guardata dal diffondere e rendere comprensibile a noi umani, mascherata con la consueta moderna idiozia lessicale anglofona che prevede, acronimi e parole tecniche che tuttavia non sono così oscure. Cosa dice questa delibera che è una richiesta alla RAS. La delibera parla di contabilità, di costi, di risparmio, di Approvazione Bilancio Preventivo Economico 2017 – 2019. Tre anni, alla fine dei quali, se non ci si opporrà una lotta anche importante, potrebbero essere anche gli ultimi del Paolo Dettori. 

Vi risparmio le parti contabili, quelle riguardanti il DEA I° livello del San Giovanni di Dio e del Paolo Merlo di La Maddalena e cerco di spiegare qualcosa che riguarda il nostro ospedale. A proposito del Paolo Dettori, la delibera scrive:

2.2 Stabilimento Paolo Dettori di Tempio Pausania sede di Presidio di Base e Ospedale di Comunità

Lo Stabilimento di Tempio, in considerazione delle dimensioni, si colloca nella tipologia degli Ospedali di Base in area montana, che devono essere organizzati per dare risposte coerenti con le tipologie di bisogni prevalenti nelle aree territoriali in cui operano.

Questa prospettiva implica la configurazione dello stabilimento come ramo afferente al DEA di I livello presente nello stabilimento di Olbia, con la capacità di rispondere ai bisogni di media e bassa complessità del proprio territorio e giocare un ruolo di rilievo nella gestione delle patologie chirurgiche elettive, contribuendo in modo significativo al recupero della mobilità elevata per tali specialità anche per patologie di bassa e media complessità.

Le strutture dedicate all’emergenza urgenza che operano all’interno del dipartimento di emergenza urgenza dovranno :

  1. fronteggiare e stabilizzare, temporaneamente, le emergenze per le quali è previsto l’invio dei pazienti allo stabilimento centrale sede di DEA di I livello all’interno del presidio unico di area omogenea;
  1. svolgere interventi diagnostico-terapeutici, di stabilizzazione e cura del Paziente, di lungodegenza con la possibilità in un futuro prossimo di integrazione con la rete delle Strutture Residenziali Assistenziali presenti nel territorio Aziendale, e possibili strutture per le cure intermedie.

Questa soluzione è coerente con l’obiettivo del miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta di assistenza, e offre maggiori garanzie in termini di appropriatezza e di continuità delle cure; rispetto alla situazione attuale, consente, inoltre, un dimensionamento delle strutture tale da garantire il raggiungimento di soglie minime di attività per garantire l’efficienza gestionale e la qualità assistenziale, anche tramite un livello delle varie attività svolte idoneo a consentire la permanenza dei requisiti professionali di chi vi opera. Questo modello favorisce, infine, l’efficienza gestionale, in termini di rapporto tra costi di produzione e valorizzazione della produzione, tariffaria e per funzioni.

In particolare è prevista:

O       Chirurgico

O       Ortopedico

O       Otorinolaringoiatrico

O       Ginecologico

O       Urologia (provvisoria)

O       Oculistica (Day Service)

Si tratta di un’attività prevalentemente elettiva, svolta, come del resto già oggi, in Day Surgery e Week Surgery; con eventuale previsione di degenza in area internistica per i fine settimana;

–        Previsione presenza  di altri servizi vari (Emoteca, Dialisi, servizi ambulatoriali multidisciplinari, ect…);

Discorso specifico andrà definito per la specialità di Otorino che, pur mantenendo funzioni anche chirurgiche nello stabilimento di Tempio P., non potrebbe svolgere a pieno le proprie funzioni in uno stabilimento con le caratteristiche sopra descritte (assenza di Terapia Intensiva)

Le equipe specialistiche dovranno comunque ruotare nei diversi stabilimenti per il mantenimento completo delle professional competence.

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Analizzando parte per parte la delibera, nell’immediato sembrerebbe rispecchiare ciò che più o meno già si sapeva, ma alcuni termini mi hanno indotto a ricercare il “di più” che manca sovente nella interpretazione di queste carte.

a) La chirurgia, ad esempio, effettuerà solo interventi di media-bassa difficoltà. Quali sono secondo i saggi della ASL? Tra le tante ci sta una colecistectomia, tralasciando lipomi, fibromi e altre operazioni da day surgery (chirurgia di un giorno, o di poche ore). Chi lo stabilisce se un intervento che viene eseguito con frequenza e sicurezza, non possa avere delle conseguenze impreviste? Ebbene, se dovessero esserci conseguenze il paziente dovrà essere trasferito a Olbia. Perché? Perché la chirurgia il sabato e la domenica “chiude”. Si, avete letto bene, chiude proprio. La week surgery altro non è che attività elettiva, ossia programmata nei cinque giorni feriali della settimana. Come dire, io programmo gli interventi della settimana, metto nei primi giorni della stessa settimana quelli che richiedono una degenza maggiore e poi devo dimettere il paziente. Niente di male fin qui, se non fosse per il fatto che un’emergenza che capiti di sabato o di domenica non la posso trattare nel reparto, perché chiuso ma deve rientrare nelle cosiddette emergenze di cui al punto 1 (vedi sopra) e spedire il paziente a Olbia. Oh, se avete unghie incarnite o altre patologie di severa gravità qui le potrete sempre fare eh!! Vergogna, dequalificare un reparto e professionalità in nome di un risparmio che poi non è nemmeno sulla carta, in quanto non c’è! Il trasferimento ad Olbia, che riguarderà anche medici ed infermieri, sballotterà il personale tra qui e là, con enorme dispendio di risorse psico-fisiche, sempre per una “buona sanità, efficiente, all’americana (Arru!)”. Personale freschissimo dunque per il mercato neoliberista di questa specie di stato (“s” minuscola non è errore)

b) Punto nascite: equipe di sicurezza che dovrà affrontare le emergenze di un parto. Scompare, come era scritto e ome già abbiamo paventato in varie occasioni, ostetricia ed anche la pediatria (leggi sopra e molto chiaramente ci sta scritto) che non avrà più posti letto ma solo un’osservazione pediatrica e un H12 con reperibilità notturna. Mi raccomando!! Fate nascere i vostri figli almeno di giorno, sia mai che facciate la cazzata di voler partorire di notte!! L’equipe di sicurezza sarà composta da chirurghi specialisti ma anche no!! Nel senso che un chirurgo di otorino si potrebbe trovare a fare un taglio cesareo, tipo il “doc” de far west che tirava via i denti ma sapeva anche estrarre pallottole, alla faccia delle specializzazioni.

Io sto scherzando ma non c’è proprio nulla da ridere credetemi. Qui in gioco ci stanno decine e decine di lavoratori che si apprestano al nomadismo tra Tempio e Olbia e centinaia di pazienti che potrebbero correre dei seri pericoli di vita senza che a questi esecutori carogna gliene possa fregar di meno. 

Un’ultima cosa che riguarda il San Giovanni di Dio che, primo livello di assistenza a parte, si troverà a combattere una guerra cittadina col Mater Olbia che a quanto pare non nasce per vendere tappeti persiani a basso costo. Leggete cosa dice la delibera su questo punto. “..Pronto Soccorso Funzionale Pediatrico con Osservazione Pediatrica, anche protratta (con posti letto di degenza ordinaria da quantificare in rapporto all’attivazione del Mater Olbia)”. Capito? Chi decide quanti posti letto occorrano non è Tempio, La Maddalena o Olbia, è il Mater Olbia!

Tante altre considerazioni si possono fare ma ci vuole molto tempo. Qui di tempo ne resta poco. Prima che tutto, nel giro di qualche anno, vada a morire, bisogna agire. Si faccia carico il sindaco Biancareddu, sindaco della città di questo ospedale di territorio e si provi a fermare questa mannaia aziendale, pianificata per distruggere la sanità pubblica nella nostra terra. Una proroga a questa follia bisogna trovarla, inutile andare in piazza o promuovere uno sciopero. Aldilà dell’emotività che ne deriverebbe, all’orizzonte appare un mercato di umanità allo sbando che non avrà mai più quanto le viene ogni giorno tolto. Professionalità, senza fissa dimora, come alcuni infermieri/e di La Maddalena che, giustificata questa azione come “formazione (sigh!)”, sono a Tempio e a Olbia. Di là, al Paolo Merlo non aveva senso che restassero. Che ci stavano a fare????. Un primo periodo comunque positivo e poi il rendiconto con la fatica del viaggio, l’alzataccia mattutina e la fatica del lavoro che stanno comprovando la loro integrità psico-fisica. Ma a quelli là, si agli stessi di prima, che cosa gliene frega? Domani ci saranno anche le vostre figlie, mogli, mariti, padri e madri “in viaggio”, a guadagnarsi uno stipendio per vivere

Verrà un giorno, e qui lo dico e qui NON lo nego che “avrete bisogno voi di strutturare la vostra esistenza di esseri viventi ma troverete davanti a voi quel baratro che ora vede tutti noi sull’orlo.

Senza rispetto alcuno, per tutti questi assassini della sanità pubblica.

Antonio Masoni