Calangianus, 8 ott. 2016-
Lo diciamo e o scriviamo di continuo, nulla in questo tempo è possibile senza il concorso di tutte le forze in campo, intese come amministrazioni di questa nostra terra di Gallura che guarda ad una indipendenza, in diversi settori chiave, dalle regole antidemocratiche e per certi versi abusive, che pensano a salvare il proprio orto senza badare se l’altro di fianco si contamina con la gramigna. Unione, è la sola parola plausibile, pensabile e affrontabile per evitare che tutto venga perduto nella miriade di rivendicazioni personalistiche, tipo “mors tua, vita mea”.
In questa prospettiva che riteniamo sia la sola via di salvezza in un momento sociale terribile, ci sono vari sindaci che hanno capito e che perseguono questa strada che, come scriveva Cioran (saggista e filosofo), uomo di grande lucidità, diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita. Profondamente d’accordo con questa frase, la Gallura deve dimenticarsi della sua gloria passata e tentare di sopravvivere anche in questa disperata situazione economica e sociale. A pensarla allo stesso modo sono ben 15 sindaci del territorio.
Il distretto energetico territoriale è una invenzione, si fa per dire, del sindaco di Calangianus, Gian Martino Loddo, che altri sindaci dell’Unione dei Comuni hanno sposato e si apprestano a farla decollare non appena il placet della RAS sarà dichiarato e scritto. Di cosa si tratta? Ecco come lo ha presentato a galluranews lo stesso sindaco Loddo:
” Un altro passo verso la realizzazione del distretto energetico territoriale, in attesa che lo stesso venga riconosciuto e inserito nel piano energetico regionale. Si sta provvedendo all affidamento dell’incarico per la redazione del PAES territoriale aggiornato secondo i parametri stabiliti nell ultima conferenza sul clima di Parigi. Quindici comuni che si aggregano oer perseguire un obiettivo comune, la gestione dell energia in tutte le sue forme con l obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni e sopratutto di raggiungere, per quanto più possibile, l’indipendenza energetica attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili e una drastica riduzione dei consumi. La normativa europea, e i fondi destinati, aprono degli scenari che, fino ad oggi, erano inimmaginabili, se abbiamo il coraggio di proseguire su questa strada. Prima di tutti gli altri potremo sperimentare un modello di sviluppo e di vita sociale unico nel suo genere, un territorio che sotto certi aspetti si svincola da regole che costituiscono tuttora un grande ostacolo al progressome allo sviluppo, una piccola Montecarlo che si autodetermina attraverso una autonomia spinta e dove la moneta di scambio è l’energia, la gestione di questa attraverso la autoproduzione, il consumo, lo stoccaggio e la vendita. L’energia troverebbe i suoi campi di applicazione in svariati settori dell economia: mobilità sostenibile, risparmio energetico, efficientamento energetico sono solo alcuni esempi ma non unici. In questo piccolo stato, e con questo modo di intendere, l’energia sarebbe intesa come le riserve auree delle banche centrali, la credibilità del territorio troverebbe nei gigawatt di energia gestiti il leimotiv delle garanzie che gli imprenditori e le imprese avrebbero investendo nel territorio. Tutto questo e altro è scritto e si sta scrivendo nel planning di un progetto che sta scaldando i motori prima di scendere in pista dove il traguardo è il rilancio economico di un territorio che ha capito una cosa importante, l’unita’ di misura del tempo: il secondo non e’ piu attuale, dobbiamo risincronizzarci tutti secondo il tempo dell orologia atomico in cui l’unita di misura e’ novemiliardi duecentomilioni e rotti piu corta del secondo (sessantesima parte del minuto).